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Trama del libro

Â«Bela Guttmann Ã¨ un personaggio che ho sempre inseguito e adorato, ma perchÃ© scrivere ancora di lui? E perchÃ© scrivere un romanzo? A raccontare il genio egocentrico, istrionesco e multiforme dell'ungherese (Budapest 1899-Vienna 1981) prima centrocampista e poi allenatore delle piÃ¹ grandi squadre d'Europa e del Brasile (Milan, San Paolo, Benfica, PeÃ±arol, Porto, Panathinaikos...) ma anche psicologo, maestro di danza, barista e parecchio altro ancora, non bastavano le biografie, i saggi e i mille articoli scritti su di lui a partire dagli anni Trenta? No, non bastavano. PerchÃ© per rendere omaggio a questo innovatore, a questo illusionista dello spogliatoio, a questo visionario che incise cosÃ¬ profondamente nella storia del football, ci voleva un sapiente, calibrato mix di realtÃ e fantasia. Solo cosÃ¬ il Guttmann motivatore, quello che manipolava la psiche dei propri giocatori, ma li sapeva anche disporre in campo con maestria, poteva entrare di diritto nella schiera ristretta di coloro che il Gioco non lo hanno subÃ¬to ma lo hanno cambiato, trasformato, modellato a propria immagine e somiglianza: gli Happel, i Sacchi, i Meisl, i Cruyff, i Guardiola. E ci voleva la prosa risciacquata nel Danubio di Paolo Frusca, la sua elegante vena di narratore percorsa da inquietudini mitteleuropee e dall'amore smisurato verso il Gioco, per modellare al meglio non solo la personalitÃ di Bela Guttmann ma la totalitÃ del mondo nel quale ha agito: i sentieri e i percorsi impervi della sua carriera, le vette e le cadute, le fughe e i ritorni. Il tutto tragicamente trascolorato nei vortici del "secolo breve": quel Novecento per capire il quale, parafrasando JosÃ© Mourinho, sapere di calcio non sarebbe indispensabile, ma aiuterebbe molto...Â»