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Descrizione del libro

I cavalli degli dÃ¨i balzano in aria d'un colpo quanto lontano abbraccia con gli occhi un uomo che da un'altura scruta il mare colore del vino: Omero, nell'"Iliade", misura Â«il loro slancio su distanze rapportate all'universo interoÂ», e se quei cavalli saltassero due volte non ci sarebbe piÃ¹ spazio al mondo. Nell'"Odissea" quello stesso Omero, ora vecchio, Ã¨ come un sole al tramonto, Â«simile all'Oceano che retrocede in sÃ© stesso e si isola nei propri confiniÂ». L'"Iliade" Ã¨ capace di rappresentare il divino come grande, immacolato, puro. Allo stesso modo il libro biblico della "Genesi", raccontando Â«Dio disse: sia la luce. E la luce fuÂ», fa mostra della medesima sublime potenza. Chi parla cosÃ¬ Ã¨ l'autore, al quale non riusciamo a dare un nome, del breve trattato "Sul sublime", quello che, dopo la "Poetica" di Aristotele, ha conosciuto maggior fortuna nella cultura occidentale; colui che ha consacrato per sempre la nozione di tutto ciÃ² che Ã¨ elevato, possente di sentimento, agonistico, vibrante nel cuore stesso degli esseri umani, e nella letteratura: nell'epica, nella tragedia, nella lirica, nell'oratoria - in Omero, Saffo, Sofocle, Platone, Demostene. Â«Una sorta di apice e perfezione dei discorsiÂ», e Â«un punto di partenza grazie a cui i massimi poeti e prosatori primeggiarono e abbracciarono l'eternitÃ con la loro famaÂ», ecco cos'Ã¨ il sublime per questo scrittore: il quale sostiene altresÃ¬ che sua caratteristica precipua Ã¨ l'appagare il pubblico Â«con la sensazione che gli ascoltatori stessi abbiano creato quello che hanno ascoltatoÂ», perchÃ© il sublime predispone alla grandezza del pensiero e richiede, ma anche restituisce, una Â«contemplazione reiterataÂ». La Fondazione Valla ha affidato la cura dello scritto "Sul sublime" al maggiore studioso del campo, Stephen Halliwell, il quale ha composto una introduzione e un commento che faranno scuola. Lo affianca Massimo Fusillo, redigendo un saggio ispirato che racconta, in parole e immagini, l'ereditÃ del sublime attraverso i due millenni successivi: dal Medioevo al Rinascimento, da Burke a Kant, da Coleridge a Shelley, da Caspar David Friedrich a Turner, sino alle Â«epifanie modernisteÂ» e alle Â«contaminazioni postmoderneÂ». Laura Lulli Ã¨ autrice della nuova, fedele traduzione del trattato.