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Descrizione del libro

Cynthia prima suis miserum me cepit ocellis, / contactum nullis ante Cupidinibus : Â«Cinzia per prima con i suoi begli occhi mi ha catturato, / infelice: nessun Cupido mi aveva ancora trafittoÂ». Iniziano cosÃ¬ le "Elegie" di Properzio, ed Ã¨ subito chiaro che in questa raccolta di poesie raffinate Ã¨ la donna a conquistare: le basta, per questo, uno sguardo. Il poeta, soggetto dello scrivere, diviene oggetto dell'Amore. Â«AlloraÂ» continua l'"incipit" della prima elegia, Â«Amore ha piegato il mio sguardo sempre superbo, / mi ha posto i piedi sul capo e ha premuto, / finchÃ© mi ha insegnato, crudele, a detestare le caste fanciulle / e a condurre una vita del tutto priva di sensoÂ». Una realtÃ Â«dai valori sovvertitiÂ» nella Roma di un Augusto dedito alla restaurazione di quelli antichi: Â«non solo perchÃ© Ã¨ la donna a dominare sull'uomo, ma anche perchÃ© vivere la vita d'amore significa rinnegare l'impegno nella vita civile e politica che contraddistingue il "ciuis Romanus"Â». Non narrano una Â«storiaÂ» d'amore in quanto tale, le "Elegie", nÃ© dipingono un Â«coerente ritrattoÂ» di donna. Certo, Cinzia Ã¨ dura e indifferente, Â«implacabile nel costringere lo spasimante a un duro "seruitium"Â», amante esagerata di trucchi e belletti, volubile e incostante, Â«insensibile nei confronti del poeta persino nei momenti di suo grave pericoloÂ», pronta ad abbandonarlo per un nuovo, magari ricco, corteggiatore. Cinzia Ã¨ in realtÃ un personaggio letterario, che vive all'interno di una tradizione: Â«irreprensibile matronaÂ», ma anche meretrice sfrenata, e infine "docta puella" che legge e giudica, Â«da imparziale critica letterariaÂ», la poesia di Properzio, ed Ã¨ capace di scrivere versi suoi Â«che rivaleggiano con quelli di CorinnaÂ». Cinzia Ã¨ un tipo che il poeta trasforma in mito cangiante. La presenza di Cinzia Ã¨ ancora assai insistente nel libro II, la fine del quale anticipa la clamorosa rottura con lei. Poi, quella presenza impallidirÃ nel libro III, nel quale Properzio intraprende una via nuova, riconoscendo il magistero di Virgilio e muovendo poi nel successivo verso la poesia eziologica, celebrativa dei primordi di Roma a esaltazione delle glorie augustee del presente. Le "Elegie" ampliano cosÃ¬ il loro registro, fondando un genere nuovo e una nuova poetica.