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Scheda libro

Cod. ISBN9788806243913
AutoreHisham Matar 
TitoloUn punto di approdo
EditoreEinaudi
Anno2020 
Descrizione

Descrizione del libro

Il primo folgorante incontro di Hisham Matar con la pittura della Scuola senese risale ai suoi giorni da studente a Londra, poco dopo che il padre era sparito nelle prigioni di Gheddafi senza piú fare ritorno. Venticinque anni piú tardi, in cerca di rigenerazione e quiete, Matar parte infine per la città che di quella tradizione artistica fu la culla. Il suo viaggio a Siena dura trenta giorni, durante i quali le visite quotidiane alle opere di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti e gli altri si alternano a lunghe passeggiate senza meta. I vicoli e le piazze della città sono membra di un «organismo vivente» dove un incontro fortuito scatena un ricordo, un'architettura rimanda a un dipinto, nel tracimare continuo di un'esperienza nell'altra che restituisce una visione, compiuta e commovente, del rapporto fra l'arte e la condizione umana. «Hisham Matar possiede la qualità di cui ogni storico – del mondo e del sé – ha piú bisogno: sa quando farsi da parte per lasciare che sia il passato a parlare». Hilary Mantel Alla National Gallery di Londra, nel 1990, pochi mesi dopo che suo padre Jaballa è stato sequestrato dalla polizia segreta libica e fatto sparire per sempre, un Hisham Matar diciannovenne si avvicina per la prima volta all'arte pittorica senese del tredicesimo, quattordicesimo e quindicesimo secolo, e ne rimane affascinato. È la promessa di un incontro che dovrà attendere a lungo. Solo un quarto di secolo piú tardi, estenuato dalla stesura del memoir Il ritorno , che della sua tragedia familiare e collettiva racconta, e bisognoso del potere lenitivo dell'arte sulle anime tormentate, Matar decide di presentarsi all'appuntamento preso tanto tempo prima con quella tradizione pittorica, e di partire alla volta di Siena. Qui per un mese intero guarda, cammina, interroga, intesse relazioni. Con i dipinti innanzitutto – la Madonna dei francescani di Duccio di Buoninsegna, espressione di una prospettiva tutta umana; gli affreschi del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, densi di impegno civile; il Paradiso di Giovanni di Paolo, e la sua sublime promessa di ricongiungimenti amorosi – e poi con le architetture e gli spazi della città, con le sue persone, la sua lingua e la sua storia. Su tutto Matar posa uno sguardo intimo e teso che fa di questa fervida flânerie un incessante incontro con l'altro – tela, scorcio o individuo che sia –, capace di stimolare i sensi e proliferare in altri incontri e storie e riflessioni. Piazza del Campo è lo straordinario «gheriglio» che tutto vede e da cui tutto si vede, a ricordarci l'impossibilità di esistere da soli. Nello sguardo del Davide con la testa di Golia di Caravaggio vi è lo stesso inesaudibile desiderio di vedere con gli occhi dell'altro che accomuna acerrimi nemici e vecchi amanti. L'ombra della Peste Nera del 1348 si proietta sulla cappella del Palazzo Pubblico di Siena come sulla Damasco di Ibn Battuta. Ed è dallo sconosciuto Adam e dalla sua ospitale famiglia giordana che Matar apprende l'esatto funzionamento delle contrade nel Palio. Tela, scorcio e individuo sono cose ugualmente vive e comunicanti, nel viaggio di Hisham Matar, che proprio dalla «convinzione che quanto ci accomuna sia piú di quanto ci separa» trae un conquistato sentimento di speranza. Nato nel 1970 a New York da genitori libici, Hisham Matar è cresciuto a Tripoli e poi al Cairo prima di trasferirsi a Londra. Per Einaudi ha pubblicato Nessuno al mondo (2006), tradotto in ventinove lingue e finalista al Man Booker Prize, Anatomia di una scomparsa (2011) e Il ritorno (2017), vincitore del Premio Pulitzer 2017 per l'Autobiografia e del Rathbones Folio Prize 2017. Anna Nadotti è traduttrice dall'inglese e critica letteraria. Collabora con numerose testate e con la Scuola Holden. Fra gli autori da lei tradotti 
CollanaSupercoralli 
Consistenza 
Prezzo di copertina€ 16,00
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