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Chi ultimo arriva meglio alloggia: Â«Beati gli ultimi perchÃ© saranno i primi. A sorridere della spudoratezza di DioÂ». Ãˆ la vecchia storia della maglia nera che c'Ã¨ stata al Giro d'Italia dal 1946 al 1951: a indossarla, e dunque a vincerla, era colui che si classificava ultimo. Era, chiaramente, l'esatto opposto della maglia rosa, quella indossata dal primo arrivato. Valeva tanto quanto. Uno che se ne intendeva era Luigi Malabrocca, famoso proprio per aver indossato una maglia cosÃ¬ epica e strana. Non Ã¨ mai entusiasmante, nel mondo degli uomini, arrivare ultimi. Quando, perÃ², incontri un ultimo diventato primo, Ã¨ l'attimo nel quale ti si svela l'evidenza di quell'apparente assurditÃ architettata dal Cristo: Â«Chi vuol essere il primo tra voi sarÃ il servo di tuttiÂ» (Mc 10,44). Il Cristo che, quando voleva deteriorare alla base le veritÃ dei presunti santi, insospettiva con creanza e savoir-faire: Â«Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primiÂ» (10,31). Detto e fatto. Detto e rifatto. Con lo stile dissacrante e profondo che ormai gli Ã¨ proprio, il parroco del carcere di Padova, vicino da sempre a Papa Francesco, segue il Vangelo di Luca per andare in gita dentro le sue provocanti immagini, in un cammino mai prevedibile come quello di GesÃ¹, per ritornarsene poi nella vita di tutti i giorni con un'evidenza piÃ¹ luminosa. Come se, specchiandosi nelle pagine dei Vangeli, la vita - quella che, sovente, fatichiamo a leggere nei minimi dettagli - si ripresentasse ai suoi occhi in alta definizione. Ãˆ la magia di parole, quelle evangeliche, che non hanno mai finito di raccontare tutto ciÃ² che sognano di raccontare a