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Rinascimento anacronico: Rinascimento anacronico propone una sorprendente rilettura di una stagione fondamentale della cultura europea e una nuova concezione della storicitÃ delle opere d'arte. Definire un'opera Â«anacronicaÂ» significa in effetti, scrivono Alexander Nagel e Christopher S. Wood, dire ciÃ² che essa fa Â«quando ripete, quando esita, quando ricorda, ma anche quando progetta un futuro o un idealeÂ», eccedendo il Â«mondo della vitaÂ» che l'ha generata. Le architetture di Leon Battista Alberti e Bramante, i dipinti di Guido da Siena, Jan van Eyck e Vittore Carpaccio, le sculture di Michelangelo o gli affreschi della Stanza della Segnatura, cosÃ¬ come le icone, i disegni, le stampe, i mosaici, le medaglie esaminate da Nagel e Wood, fanno emergere interrogativi imprevisti circa la loro autenticitÃ , riferimenti a precedenti prestigiosi, cosÃ¬ come gli effetti della trasposizione da un medium a un altro. Le icone bizantine considerate come antichitÃ paleocristiane, le immagini non create da mano umana, le spoliazioni e le citazioni, i diversi approcci al restauro, le leggende sugli edifici, i falsi e i pastiches si rivelano in questo modo altrettante componenti di una originale e piÃ¹ esauriente visione dell'arte rinascimentale. Se Ã¨ vero che un'opera d'arte testimonia il momento della sua realizzazione, Nagel e Wood dimostrano che Ã¨ altrettanto determinante comprenderne la costitutiva instabilitÃ temporale e i modi con cui essa rimanda a remote origini ancestrali, a un artefatto o a un'immagine anteriore, o persino a un'origine divina posta fuori dal tempo. Rinascimento anacronico cerca di estrarre d