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L'occhio selvaggio. Sul lasciarsi vedere: Non siamo soli. Lo sappiamo - niente Ã¨ piÃ¹ evidente di questa scoperta - non possiamo continuare a far finta che, al mondo, ci siamo soltanto noialtri umani. Abbiamo scoperto, soprattutto, che il nostro sguardo sul mondo non solo non Ã¨ l'unico sguardo di cui tenere conto, ma non Ã¨ nemmeno il piÃ¹ importante. Tuttavia niente ci riesce piÃ¹ difficile da accettare dello sguardo dell'altro, di qualcuno o qualcosa che sia davvero altro da noi. Uno sguardo selvaggio, e che Ã¨ selvaggio semplicemente perchÃ© ci guarda e perchÃ© non Ã¨ il nostro. Ancora piÃ¹ difficile Ã¨ accorgersi che, per guardare, non servono occhi, dal momento che siamo sotto lo sguardo non solo dei viventi non umani, ma anche e soprattutto delle cose. C'Ã¨ un punto di vista virtuale in ogni cosa, o, per essere piÃ¹ precisi, una cosa non Ã¨ altro che un punto di vista virtuale sul mondo. Il visibile Ã¨ l'insieme infinito di tutti questi punti di vista. Un visibile che Ã¨ visibile proprio perchÃ© non ammette sguardi privilegiati, dal momento che Ã¨ visibile appunto perchÃ© tutto Ã¨ visibile da tutte le cose. Il visibile non Ã¨ altro che questa radicale impossibilitÃ di ammettere uno sguardo privilegiato. Ecco allora l'urgenza di fare l'esperienza del lasciarsi vedere. Il mondo potrÃ mostrarsi solo quando ci permetteremo l'esperienza terribile e liberatoria del lasciarsi vedere. Allora il mondo, finalmente, sarÃ .