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Descrizione del libro

Â«La terra era deserta e disadornaÂ», si legge nella Genesi. E cosÃ¬ rischia di diventare l'Italia tra cinquant'anni o, al piÃ¹, alla fine del secolo. Non sarÃ facile per un viaggiatore di allora imbattersi in un suo simile attraversando la Maremma toscana, gli altipiani lucani, le distese del vercellese, il foggiano, il cuore della Sicilia e piÃ¹ ancora della Sardegna. NÃ© gli andrebbe meglio in qualche celebrato piccolo borgo, nel frattempo disabitato, se non proprio invaso dalle erbacce, e persino in certe cittÃ quasi svuotate. Anche togliendo dal computo i morti per Covid, perdiamo abitanti a una velocitÃ che ridurrÃ a zero la popolazione della Penisola in un secolo e mezzo. Come siamo arrivati a questa situazione? Ãˆ come se sul piano riproduttivo ci fossimo lasciati travolgere dai diritti conquistati tra il 1967 e il 1978 - dalla pillola al divorzio, dalla piena paritÃ tra i coniugi alla legalizzazione dell'aborto - che hanno rivoluzionato i costumi degli italiani. La conseguenza Ã¨ lo scenario, che potrebbe sembrare apocalittico e invece Ã¨ scientifico, dipinto in queste pagine: la denatalitÃ Ã¨ in ascesa dal 1974, di coppie se ne formano poche e tardi, la famiglia Ã¨ in declino. Ed emerge un vero e proprio mutamento antropologico, generato da una sorta di fobia del concepimento, che si traduce in un'inattesa selezione della razza. Nemmeno il movimento migratorio invertirÃ la rotta, e lo spopolamento accentuerÃ ancor piÃ¹ le classiche Â«distanzeÂ» italiane: il Sud perderÃ piÃ¹ abitanti del Nord, dei tanti comuni di montagna e collina se ne salveranno pochi, la grande cittÃ , troppo complessa ed entropica, rischia di entrare in crisi. Ãˆ troppo tardi per evitare il tramonto italiano?