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Cammino del camaleonte: Nella raccolta dell'Opera omnia mancava il mannello di saggi e monografie su autrici e autori dell'area atlantica tra Otto e Novecento che furono cari a ElÃ©mire Zolla negli anni in cui, da anglista e americanista, insegnÃ² in vari atenei del Paese. Di essi scrisse su riviste accademiche e testate culturali nel modo apodittico che fu il suo, soprattutto quando scrutÃ² scrittori ermetici come gli americani Hawthorne, Melville e Dickinson, l'inglese Yeats e autrici "scandalose" come Djuna Barnes (incontrata a New York nella primavera del 1968), Carson McCullers e le tre ritenute ingiustamente "minori" nel Novecento letterario americano: Mary Austin, Jane Belo e Maya Deren. Nella parte seconda rivede la luce il testo che nei primi anni sessanta del Novecento esplorÃ² la natura impervia del sadismo attraverso le opere del Marchese Donatien Alphonse FranÃ§ois de Sade. Per contrappasso rispetto al tema sadiano Ã¨ accolto in appendice Lo scetticismo giuridico, il saggio nel quale Zolla smascherava l'illusione ideologica di un diritto affidato alla norma scritta.