Descrizione | Descrizione del libroBasta pronunciare la parola «nazione» per scatenare divisioni e spesso per screditare l'avversario politico, declassato a nemico ideologico. Anche la sinistra ha visto contrapporsi al suo interno sovranisti e internazionalisti, cosmopoliti e nazionalisti, no-borders e rossobruni (no-euro simpatizzanti del blocco russo-cinese). Studioso delle idee politiche, e in particolare della destra italiana ed europea, al di là di stereotipi e derive ideologiche, l'autore si interroga sui valori in gioco, sul significato che la nazione ha assunto per governanti e cittadini, e su come è veicolata dai media. Guardando al passato, va alla ricerca dello spirito originario della nazione, nata progressista e democratica nel Settecento francese, delle forze che essa ha mobilitato dando impulso alle rivoluzioni del secolo scorso e poi al socialismo in America Latina. Si chiede quindi se l'equazione tra nazionalismo e nazi-fascismo sia davvero fondata, se esista ancora un interesse nazionale o se questo coincida ormai con quello europeo. Infine, cerca di individuare forme e modalità per cui il patriottismo, tornato alla ribalta per gli sconvolgimenti attuali, possa considerarsi un sentimento edificante per le società , sottraendo il dibattito a toni accesi per costruire un linguaggio comune su cui confrontarsi.
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