Descrizione | Il libro prende in considerazione il secondo comandamento – "Non nominare il nome di Dio invano" –, di cui si indaga il significato originario, si individuano alcune interpretazioni storiche per giungere infine a una possibile attualizzazione. Al centro c’è il rapporto tra l’uomo e il potere. Il secondo comandamento viene trasgredito quando si pretende di esercitare un potere, qualunque esso sia, in nome di Dio; ciò può avvenire sia in ambito religioso sia in ambito politico, quando si è animati non da spirito di servizio, ma da spirito di dominio.
Peculiarità di questo volume (come degli altri della collana) è la pluralità delle prospettive: la norma divina è considerata non soltanto dal punto di vista strettamente religioso, ma anche da quello letterario, sociologico, etico e filosofico. Un punto di vista inedito è poi quello cinematografico, che prende le mosse dai film che compongono il Decalogo del regista polacco Krzysztof Kieslowski (1941-1996).
Il testo è scritto a più mani da autori competenti nelle singole discipline. |