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Descrizione del libro

Il 2 gennaio 1960, nellâ€™ospedale civile di Tortona, si spegne il piÃ¹ grande sportivo italiano del Novecento, Â«forse il piÃ¹ grande di sempreÂ», ucciso a quarantâ€™anni da una malaria non diagnosticata e divampata in un corpo usurato da troppe fatiche. Dellâ€™epopea di Fausto Coppi, della sua rivalitÃ con Bartali, della prigionia e degli scandali si sa tutto, o quasi. Ma il Coppi meno conosciuto, meno raccontato, Ã¨ proprio quello del 1959. Ãˆ il suo ultimo anno di uomo e campione, di industriale e manager. Una giostra di ingaggi, passerelle, sconfitte. Un lungo, frenetico addio al mondo del ciclismo, ma anche un silenzioso addio alle mogli, ai figli, ai tifosi, alla gente e alle case di Castellania, Â«una muta punteggiatura del paesaggio e dellâ€™umanitÃ€Â». Lâ€™ultima Roubaix, lâ€™ultimo Baracchi, lâ€™ultimo Tour â€“ non disputato, ma vinto dal suo discepolo migliore â€“, fino a quellâ€™ultimo viaggio, inatteso e fatale, nellâ€™Alto Volta. Un Coppi stremato, esaurito, sfinito eppure ancora curioso, incapace di scendere dalla bici, dove continua a esibirsi con uno stile impeccabile â€“ una perfetta fusione di Â«muscoli e telaioÂ» â€“, portando a spasso la propria leggenda a due ruote. Un Coppi inedito, raccontato in mille storie minime ed esemplari â€“ un mito, tuttâ€™altro che ultimo.