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L'inconscio e l'implicito tra metapsicologia e clinica: La profonda riflessione teorica sull'inconscio Ã¨ il passaggio ineludibile per accedere a una definizione della dimensione dell'implicito, liberando il campo da un fitto intreccio di teorie e ambiguitÃ che ne rendono difficile la comprensione e l'utilizzo clinico. Superato questo punto e acquisita una visione distinta dell'implicito Ã¨ possibile dirigersi verso l'obiettivo dello studio, che Ã¨ l'opportunitÃ di rivisitare il concetto di azione terapeutica e l'approccio clinico, alla luce della consapevolezza che esiste un livello imprescindibile del SÃ© legato alla dimensione dell'implicito. Questa parte del SÃ© si colloca nello spazio-intersezione tra il corpo, gli affetti e l'interazione sociale, e con gli strumenti disponibili in questo spazio sperimenta, evolve e comunica. Di qui nasce l'esigenza che l'analista sviluppi la capacitÃ di svolgere la sua funzione anche in questo spazio intersoggettivo, integrando, ma soprattutto interiorizzando, una visione unitaria dei tre principali punti di vista in cui questo spazio puÃ² essere esplorato e conosciuto: la psicoanalisi, le neuroscienze affettive e l'epigenetica. La comunicazione e l'ascolto rivolti simultaneamente al paziente, a sÃ© stesso e al campo intersoggettivo possono mettere a disposizione dell'analista un'esperienza ed una visione capaci di farsi carico delle situazioni cliniche piÃ¹ complesse e insidiose, come le patologie ad esordio precoce, o le situazioni in cui Ã¨ presente un breakdown o uno stato regredito.