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Una delle figure più raccontate dalla storia del cinema è quella di Gesù di Nazareth. Dalla nascita della Settima Arte, infatti, fino alla nostra contemporaneità, il volto e la vita di Gesù sono stati rappresentati infinite volte sul grande schermo, sempre attraverso sguardi inediti e con estetiche differenti.

Dai fratelli Lumière in poi è stato tutto un susseguirsi di autori che hanno deciso di accostarsi alla figura di Gesù e al suo mistero per cercare di renderla in immagini, ognuno secondo il proprio punto di vista e la propria sensibilità. Si è assistito alle grandi ricostruzioni da kolossal del cinema americano della classicità, strabordanti di colori, musiche, ricostruzioni scenografiche; si è poi passati ad un modello di riproposizione più scarno, depotenziato di ogni retorica ed artificiosità, attraverso le rivisitazioni dei grandi autori della modernità europea, come Pasolini o Rossellini; per arrivare alle versioni attualizzate postmoderne, come il Cristo "hippie" di Jesus Christ Superstar o il Cristo troppo umano di Scorsese, fino al Cristo completamente sfigurato dal sangue e nel sangue nell'ultima versione di Mel Gibson. In poco più di cento anni di storia del cinema, più di trenta sono state le pellicole dedicate direttamente a Gesù e alla sua figura, e dalle prime Passioni mute fino a quelle contemporanee il volto e la figura di Gesù sono stati completamente modificati e hanno assunto sempre nuove visualizzazioni estetiche.

La lettura di questi film "cristologici" permette di osservare, in filigrana, come sia cambiata la sensibilità religiosa, e non solo, della nostra società. Se è vero, infatti, che il cinema è uno specchio della società, o perlomeno è un mezzo che mette in scena la società e il suo "visibile", attraverso la lettura dei film dedicati a Cristo si può

analizzare come la nostra realtà si sia evoluta e quali cambiamenti di mentalità l'abbiano caratterizzata, soprattutto per quel che riguarda le tematiche attinenti al sacro e

alla fede.

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Paola Dalla Torre insegna Storia e Critica del cinema presso l'Università della Tuscia di Viterbo e collabora a corsi d'insegnamento presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino. Nell'ambito del Dottorato presso l'Università degli Studi Roma Tre si è occupata di cinema postmoderno. Nelle nostre edizioni figura il volume Giovanna d'Arco sullo schermo (2004).

Claudio Siniscalchì è docente di Storia e Critica del cinema presso la Libera Università «Maria SS. Assunta» - LUMSA di Roma, ha collaborato a ricerche e corsi d'insegnamento presso la Pontificia Università San Tommaso D'Aquino e la Pontificia Università della Santa Croce di Roma. Collabora come critico cinematografico a molti giornali. Ha preso parte alla realizzazione di numerosi cataloghi, con saggi ed interventi in opere collettive.