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Trama del libro

Tra le accuse infamanti rivolte ai Cavalieri Templari nel corso del processo a loro intentato dall'Inquisizione nei primi anni del Trecento c'erano quelle di sodomia, eresia e idolatria; veneravano, si disse (e li si costrinse a confessare sotto tortura), un idolo oscuramente legato alla tradizione gnostica e a pratiche alchemiche, nonchÃ© alla simbologia del Graal e al Femminino Sacro: il Bafometto. Da allora, questa figura alata e munita di corna, dai tratti somatici bestiali e androgini (il cui nome ha un'origine quanto mai incerta), Ã¨ stata ripresa, usata e sfruttata da occultisti di ogni tipo e, come le storie dei Templari in genere, ha dato origine a una proliferante letteratura romanzesca. Agli antipodi di tutto ciÃ², Klossowski ci regala, con l'ultimo romanzo da lui scritto, un'opera che Ã¨ un azzardo visionario, dove i personaggi, prima ancora di avere un nome, sono Â«soffiÂ», ovvero potenze invisibili che occasionalmente diventano corpi tangibili e abitano un Medioevo fantasmatico - per poi spostarsi, con un capovolgimento del tutto inatteso, nel 1964, sulle rive della Senna, in una stanza destinata a strani rituali, dove li ritroviamo di nuovo sotto forma di Â«soffiÂ». CiÃ² che avviene nel Bafometto Ã¨ l'abbandono al mondo ridivenuto favola, dove il passato Ã¨ intercambiabile con l'attuale - e dove forse la storia dei Templari Ã¨ il massimo di attualitÃ possibile. E c'Ã¨ tutto il sulfureo universo klossowskiano, in cui si mescolano erotismo e sacralitÃ , perversione e trascendenza: perchÃ© ciÃ² che rende Â«stupefacenteÂ» l'opera di Klossowski, ha scritto Deleuze, Ã¨ proprio Â«l'unitÃ di teologia e pornografÃ¬a... qualcosa che chiamerei pornologia superioreÂ».