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Scheda libro

Cod. ISBN9788849524239
AutoreFabiana Falato 
TitoloGiudicato assolutorio penale e processo civile di danno
EditoreEdizioni Scientifiche Italiane
Anno2012 
Descrizione
Il problema determinato dalla latitudine del vincolo posto dal giudicato assolutorio nel giudizio civile di danno è questione antica, dibattuta dalla dottrina processualpenalista e processualcivilista, delle cui riflessioni si avvale la dottrina moderna che ne ripercorre le speculazioni dogmatiche. Non deve meravigliare, perciò, se tale problematico rapporto viene ancora esplorato contrapponendo la disciplina attuale con quella del codice del 1930 ed è risolto superando la teoria della unità della giurisdizione in nome della autonomia del giudizio civile rispetto al processo penale. Eppure, affrontare il tema oggi non significa affidarsi alle definizioni delle formule letterali adottate, in particolare, nell’art. 652 c.p.p., quanto, porsi domande più radicali e relative innanzitutto al dato valoriale della giurisdizione e, solo dopo, di quello delle disposizioni normative relative ai rapporti tra materie della giurisdizione che dalla prima deriva; ancora, esprime il bisogno di determinare il loro fondamento ontologico per individuare la funzione che esse svolgono all’interno della sequenza del processo penale e le loro ricadute nel sistema civile. Soprattutto, affrontare il tema dei rapporti tra giudicato assolutorio e processo civile implica la necessità di individuare la matrice dei confini che lo contraddistinguono; la quale, secondo noi, va identificata nella categoria delle preclusioni processuali, funzionale non a dimostrare che la stretta interdipendenza tra questioni penali, civili (e amministrative) rende irragionevole una piena autonomia e separatezza tra i diversi settori dell’ordinamento, quanto il concetto opposto, e cioè che quel rapporto trova soluzioni interne al processo, fisiologiche e non eccezionali, indipendenti dalla (apparente) dicotomia unitarietà della giurisdizione/autonomia dei giudizi. Sicchè, per stabilire la latitudine dell’art. 652 c.p.p. si devono trascurare le formule proscioglitive pure indicate nella disposizione, e si deve favorire una indagine sull’ampiezza dell’accertamento penale che diventa, in tal modo, il criterio razionale per individuare i limiti di efficacia della pronuncia assolutoria nel giudizio civile di danno, ovvero, l’elemento del vincolo, giacché, da quel fatto conseguono obblighi risarcitori in sede civile. In questi termini, il risultato dell’accertamento diventa fatto preclusivo di una ulteriore e diversa verifica, nel giudizio civile, di quegli aspetti della responsabilità dell’imputato suscettibili di influire sulla quantificazione del danno – non sulla ricostruzione del fatto_reato –, indipendentemente dalla formula che lo raffigura. In questo senso, l’accertamento raggiunto in sede penale rappresenta fatto processuale impeditivo (= la preclusione processuale) che nega al giudice civile di valutare i fatti, storicamente e materialmente verificati nel giudizio penale, in via autonoma e con pienezza di cognizione, essendo, viceversa, vincolato alle soluzioni e alle qualificazioni adottate dal giudice penale.L’AUTORE Fabiana Falato (Benevento 1970) ricercatore di Procedura penale, insegna Cooperazione giudiziaria penale nell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Ha insegnato Diritto Processuale Penale nell’Università della Calabria e nell’Università del Sannio. È dottore di ricerca in Sistema penale e processo. È autrice di numerose pubblicazioni, tra le quali segnaliamo le ultime: Immediata declaratoria e processo penale (2010), La querela. Tra azione pubblica e privata (2012), Sui rapporti tra estradizione e mandato d’arresto europeo. A proposito del rifiuto di consegna del cittadino europeo (2012). 
CollanaBiblioteca di Diritto Processuale 
Consistenza140 p. 
Prezzo di copertina€ 14,00
DisponibilitàNormalmente disponibile in 2-3 giorni lavorativi.  

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