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Descrizione del libro

Il termine Â«sicurezzaÂ» si Ã¨ spogliato, ormai da parecchi anni, delle caratteristiche sociali cui era legato (lavoro, salute, diritti): oggi ci si sente al sicuro con condizioni che ci proteggono individualmente dal rischio di diventare Â«vittimeÂ» di comportamenti dannosi. Da qui l'assunto che tutte e tutti siamo vittime potenziali; quindi fenomeni sociali complessi vengono governati con il codice penale e, di fatto, si criminalizza la povertÃ , la marginalitÃ sociale, l'immigrazione. Ma com'Ã¨ successo tutto questo? E soprattutto, com'Ã¨ successo che a questa deriva securitaria aderiscano Â«movimenti politici il cui obiettivo Ã¨ la libertÃ dallo sfruttamento, dall'oppressione, dalla violenza dei gruppi di cui si fanno portavoce? PerchÃ©, in particolare, questo succede in un movimento come quello femminista, che Ã¨ ri-nato (in Italia, ma non solo) contro la rappresentanza (ognuna parla per sÃ©, a partire da sÃ©), nel contesto delle spinte antiautoritarie degli anni Sessanta?Â».