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Descrizione del libro

K2. La vicenda, il vissuto di questo libro si impernia sulla meravigliosa e terribile montagna, la montagna-sogno, la montagna sopra la montagna, simile a un immenso cristallo di cui evoca la sfolgorante e misteriosa regolaritÃ . Nelle facce di questo cristallo si riflettono gli eventi nelle loro infinite angolazioni: il K2 degli esordi; i pensieri e i progetti di Hermann Buhl che al suo cospetto, poco prima di salire il Broad Peak e di morire sul Chogolisa, nel 1957, discusse con lâ€™allora venticinquenne Kurt Diemberger il famoso stile Â«Alpi occidentaliÂ»; lâ€™immenso spigolo nord che sale verso il cielo come una linea infinita; le parole di Shipton, uno dei primi esploratori occidentali giunto al suo cospetto, che incantarono Diemberger e lo avvolsero in unâ€™invincibile magia; il tentativo lungo questo spigolo, la vita ai suoi piedi in uno dei piÃ¹ remoti angoli del Sinkiang â€“ dove egli ritorna, carico di esperienza e di dolore, ma anche di amore, nelle ultime pagine del libro. Parallelamente si delinea il rapporto umano con gli amici, con Julie Tullis, la compagna con cui, da qualche anno, ha fondato "the highest filmteam of the world" e il suo rapporto di solidarietÃ con lei. Infine la tragica estate del 1986. Kurt e Julie trovarono alla base della montagna un vero Â«villaggioÂ», dove si incontrano le piÃ¹ svariate personalitÃ dellâ€™alpinismo, Maurice e Liliane Barrard, BenoÃ®t Chamoux, Michel Parmentier, Alan Rouse, Renato Casarotto, Agostino da Polenza, Gianni Calcagno, Tadeusz Piotrowski, Jerzy Kukuczka, Wanda Rutkiewicz e tanti altri, come se si fossero dati un appuntamento importante. Un appuntamento tragico: le speranze, qualche successo, le prime tragedie, una catena che sembra senza fine e che assimila la montagna a una roulette russa. La salita, da parte di coloro che non vogliono rinunciare allâ€™ultima chance, i problemi di tante cordate indipendenti in quota, il sogno della vetta che diventa realtÃ . Infine la bufera, lâ€™allucinante dramma a 8000 metri, senza piÃ¹ viveri nÃ© gas â€“ dunque senzâ€™acqua â€“ prigionieri per cinque giorni nelle piccole tende, Julie si Â«addormentaÂ» per sempre, poi, man mano, anche i compagni muoiono. I tre superstiti, sullâ€™orlo del collasso, iniziano una discesa allucinante nella tormenta, sotto il perenne pericolo di valanghe, poi sullo sperone Abruzzi coperto di verglas. Solo in due arrivano vivi alla base della montagna. Nello sforzo indicibile della discesa, in uno stato quasi di allucinazione, Diemberger avverte di essere parte di un tutto, una sorta di Â«moto perpetuoÂ», di Â«nodo infinitoÂ» che lo lega allâ€™armonia del cosmo e che lo porta alla salvezza â€“ Ã¨ Julie? Arriva a chiedersi â€“ comunque qualcosa di extra umano, che lo dirige in una situazione che di umano non ha piÃ¹ nulla.