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Descrizione del libro

Â«Dopo che l'esperienza mi ebbe insegnatoÂ» cosÃ¬ Spinoza apre il Trattato sull'emendazione dell'intelletto Â«che tutto ciÃ² che spesso ci si presenta nella vita comune Ã¨ vano e futile - e vedendo come tutto ciÃ² che temevo direttamente o indirettamente non aveva in sÃ© niente di buono nÃ© di cattivo se non in quanto l'animo ne veniva commosso, decisi infine di ricercare se ci fosse qualcosa di veramente buono e capace di comunicarsi e da cui solo, respinti tutti gli altri falsi beni, l'animo potesse venire affetto; meglio ancora, se ci fosse qualcosa tale che, trovatolo ed acquisitolo, potessi godere in eterno di continua e grandissima felicitÃ Â». I tre scritti che qui presentiamo sono le prime tappe di questa grandiosa ricerca di Spinoza, ispirata dall'Â«amore per una cosa eterna e infinita che nutre l'animo di sola letizia, priva di ogni tristezzaÂ». Due di essi furono editi dallo stesso Spinoza: i PrincÃ¬pi della filosofia cartesiana vennero infatti pubblicati ad Amsterdam nel 1663, in un volume del quale facevano parte anche i Pensieri metafisici, presentati come appendice dello scritto precedente. Fu questa l'unica pubblicazione che uscÃ¬ sotto il nome di Spinoza durante la vita dell'autore. L'altra opera edita durante la sua vita, il Trattato teologico-politico (1670), uscirÃ infatti anonima. Il terzo scritto qui tradotto, il Trattato sull'emendazione dell'intelletto, venne pubblicato per la prima volta tra le Opere postume di Spinoza (Amsterdam 1677) dagli amici dell'autore, insieme con l'Etica, il Trattato politico, alcune lettere e una grammatica ebraica. Il breve, ma importantissimo scritto era rimasto incompiuto. Gli editori, nel presentarlo, invitavano il lettore a scusarne ciÃ² che vi si sarebbe incontrato di non rifinito, di oscuro, di appena abbozzato. Malgrado questo, il Trattato rappresenta una delle vette del pensiero seicentesco.