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Descrizione del libro

Questo libro non Ã¨ per noi. Siamo degli intrusi noi che oggi sbirciamo tra le lettere e i diari dei soldati. I loro testi erano infatti parte di una comunicazione intima, chiusa all'interno della cerchia famigliare. Se gli ufficiali colti, quando scrivono alla famiglia, scrivono un po' anche per i posteri, chi scrive queste pagine Ã¨ per lo piÃ¹ un soldato subalterno (che prima di essere chiamato alla guerra faceva l'operaio, il contadino, l'artigiano), con l'unica ambizione di rivolgersi ai suoi famigliari, per difendere quel ponte comunicativo che il conflitto rischia di interrompere: Â«Ti raccomando di scrivermi presto onde potermi rallegrare un poco, perchÃ© la mia vita di trincea Ã¨ peggiore a quella dei nostri porciÂ». Si tratta di una ricchissima documentazione (che quasi sempre si sottrae alle norme ortografiche e sintattiche, e per questo puÃ² sembrare ingovernabile) raccolta presso il Museo storico del Trentino, e a lungo esclusa dal racconto nazionale, in quanto considerata marginale, se non conflittuale: gli autori sono infatti Â«tuttiÂ» gli italiani, anche quelli che un secolo fa erano sudditi dell'Austria: trentini, giuliani, triestini.