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Trama del libro

Leggere l'esordio di un classico Ã¨ come assistere a un fenomeno naturale. In fondo, scrisse Calvino per tutti, il primo libro Ã¨ il solo che conta, e forse bisognerebbe scrivere quello e basta. "Sei stato felice, Giovanni" Ã¨ il grande strappo che Arpino diede alla sua vita. Aveva ventitrÃ© anni e alloggiava in una pensioncina di Genova, lurida e malfamata. Ci mise venti giorni. Venti giorni per inventare una voce. E un paesaggio. Per dire addio agli amici, alla giovinezza, agli amori impossibili, alle tante allegrie e disperazioni di ogni etÃ precaria. Per gettarsi alle spalle gli Hemingway e gli Steinbeck, Vittorini e Pavese, il cinema francese e il lungo intervallo della guerra. Il primo libro di Arpino Ã¨ un libro di congedi. Una storia da ultima sbronza, in attesa dell'etÃ adulta e del porco avvenire. L'avventura di chi portava la solitudine come un berretto e si sentiva un proiettile disperso, un reduce, anche se non ricordava piÃ¹ da cosa. Il suo protagonista sa che deve muoversi, cercare un lavoro. Ma intanto si ubriaca, litiga, si innamora, contrae debiti e sfortune. Ãˆ pigro, crudele e prodigo. Non puÃ² che abitare un porto, averne l'odore, appartenere a un'umanitÃ di marinai, di prostitute, di vagabondi. Un porto che si chiama Genova, con quell'aria svelta e sottile di mare, ma che potrebbe essere Buenos Aires o qualsiasi altro posto. "Sei stato felice, Giovanni" Ã¨ un libro che parla con parole vere, prepotenti e insostituibili.