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Da capolavori quali "Videodrome" (1982) e "Crash" (1996) fino alle realizzazioni più recenti si può asserire che, nell'ambito del cinema contemporaneo, un autore che ha contribuito ad una più analitica riflessione sul linguaggio cinematografico e sui rapporto fra autore, opera e spettatore sia lo spregiudicato David Cronenberg. Oltre al taglio bio-fìlmografìco, il volume affronta il legame tra corpo, tecnologia, immaginario e cinema nell'analisi delle opere del regista canadese. Nei suoi film, infatti, Cronenberg esplora l'orrore umano verso paure, fantasie ed ossessioni servendosi proprio dei corpo. La necessità di un cinema come costruzione dell'immaginario: la narrazione sincopata dei suoi film è il "fil rouge" che ci accompagna in un viaggio stimolante, a tratti delirante, curioso e spaventoso, ma anche denso di connessioni con la letteratura e la psicologia. Un viaggio verso il cinema del "regista del corpo".