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Num. Collana: , Nr. 23
La speranza ferita. Storia delle mutilazioni genitali femminili: Tra le diversità culturali che il fenomeno migratorio ha reso visibili nella nostra società, un posto preminente è occupato dalle pratiche tradizionali pericolose, e in particolare dalle mutilazioni genitali femminili (MGF). I dati epidemiologici soffrono, ancora, di una grave carenza metodologica e della difficoltà di una esatta rappresentazione del fenomeno. Di origine tuttora ignota, questa pratica viene ancora perpetuata per ragioni socioculturali, psico-sessuali, igieniche, estetiche e religiose, che trovano nella cultura dei Paesi interessati una delle più forti resistenze all'abbandono. Tale pratica colpisce l'immaginario collettivo e pone interrogativi cruciali in un mondo sempre più multietnico e transculturale. È possibile mantenere un equilibrio fra un eccesso di pregiudizio eurocentrico e un eccesso opposto di tolleranza e relativismo? È giusto prendere posizione ed esprimere dei giudizi? È possibile agire? Il volume, nel tentativo di rispondere a queste domande, presenta un'ampia trattazione di questo fenomeno, al tempo stesso antico e moderno, ripercorrendone la storia, dall'antichità ai giorni nostri, presentandone il contesto clinico-antropologico e giungendo a descrivere la posizione della comunità medica internazionale e le strategie che possono essere adottate per contrastarlo. Vengono infine, considerate le possibili proposte e concrete strategie per raggiungere il difficile risultato dell'abbandono di una pratica pericolosa per le donne, senza che ciò sia percepito come un'imposizione o come un "tradimento" della propria cultura. Among the cultural diversity that the migratory phenomenon has made visible in our society, a prominent place is occupied by dangerous traditional practices, particularly from female genital mutilation (FGM). Epidemiological data are suffering, yet a severe shortage and the difficulty of an exact representation of methodological phenomenon. Yet unknown source, this practice is still perpetuated for socio-cultural reasons, psycho-sexual, religious, aesthetic and hygiene, which are in the culture of the countries concerned, one of the strongest resistance to abandonment. This practice affects the collective imagination and poses crucial questions in an increasingly multiethnic and cross-cultural. You can maintain a balance between a Eurocentric bias and an opposite extreme excess of tolerance and relativism? It is right to take a position and express judgments? You can act? The volume, in an attempt to answer these questions, presents a broad discussion of this phenomenon, at once ancient and modern, tracing back through history, from antiquity to the present day, presenting the clinical context-anthropology and coming to describe the position of the international medical community and strategies that can be taken to counter it. Finally, consider the possible concrete proposals and strategies to achieve the difficult result of the abandonment of a dangerous practice for women, without this being perceived as an imposition or as a "betrayal" of their own culture.