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Descrizione del libro

Il lavoro Ã¨ dedicato alla cultura filosofico e giuridica danese con particolare attenzione ai modi con i quali si lasciano ritrovare in essa composti tra di loro comunitÃ , democrazia, diritto. Il lavoro si dipana in due parti che sâ€™intrecciano interagendo tra loro. Nella prima sono studiati autori e voci operose, tra gli anni Trenta e Sessanta dellâ€™Ottocento danese: Ã˜rsted padre del realismo giuridico danese; Grundtvig teologo sensibile al romanticismo tedesco e al liberalismo inglese; Kierkegaard lâ€™impolitico, ferocemente critico dâ€™ogni assieme fatto di massa, folla, pubblico. ComunitÃ per essi sia che la riconoscano, promuovano o disprezzino Ã¨ il concreto vivere assieme secondo valori che una lunga tradizione entro il luteranesimo ora popolare ora dâ€™Ã©lite, vi avevano insediato. A tener congiunti questi tre autori con i giuristi e filosofi del diritto studiati nella seconda parte del lavoro Ã¨ la permanenza e ricorrenza di comunitÃ nel suo diverso star nel gioco di democrazia e diritto: per Ross, poi JÃ¸rgensen, Lauridsen e Doublet, la custodia e lâ€™amministrazione del normativo non puÃ² non aver luogo che nei modi propri di una comunitÃ â€“ rispettivamente, la comunitÃ di giudici, la comunitÃ degli interpreti, la comunitÃ dei legal professionals, la comunitÃ giuridica comunicativa â€“ comunitÃ , ognuna per parte sua, legata ad un â€˜cheâ€™: kulturtradition, tradizione giuridica, valori condivisi e simili, di tanto residuo di strutture sociali comunitarie, di quanto luogo e matrice della valorazione/validazione del sistema sociale e giuridico.