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Descrizione del libro

La poesia di Ennio Cavalli non sopporta confini, tantâ€™Ã¨ che in questo libro attinge, flirta, si trasforma in prosa. La prosa, a sua volta, punta alla leggerezza, alla velocitÃ di scavo, allâ€™idea calviniana di â€œespressione necessaria, unica, densa, concisa, memorabileâ€. Prosa e poesia si fondono cosÃ¬ in quella sorta di â€œpensiero lungoâ€ che fa da lo conduttore a tutta lâ€™opera di Cavalli. GiÃ nelle poesie dâ€™esordio (Lâ€™infinito quotidiano, 1973) Federico Fellini vedeva â€œuna ricchezza di immagini suggerite da una sofferenza intellettuale e letteraria, invenzioni belle, fresche, originaliâ€.
E Dario Fo sottolineava, piÃ¹ di recente, â€œil gioco di prospettive e di rimandiâ€ tipico del suo narrare.
Se ero piÃ¹ alto facevo il poeta Ã¨ il libro della maturitÃ di un autore che mette a frutto esperienze di vita, forza visionaria e ricerca linguistica. Con filosofia lucreziana e ironia a lento rilascio, questo florilegio di pagine inedite tocca il tema della natura, della morte, del soprannaturale, delle religioni, dellâ€™amore, del sociale, dello scrivere, del sorridere. Si passa dallâ€™immanente al trascendente, dallâ€™infanzia dellâ€™umanitÃ alle risorse del mito, dai toni civili preoccupati e coraggiosi al divertissement, dal resumÃ© degli anni di piombo visti dal marciapiede opposto a quello dei terroristi alla smagliante â€œintervista impossibileâ€ con Virgilio. Mentre gli stralci di poetica radunati in Circo a tre piste e in Maestri di danza non restano modelli di virtuosa programmazione. Diventano essi stessi, per osmosi, rintocchi fantastici e preziosi.