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Scheda libro

Cod. ISBN9788897726050
AutoreMichael Donhauser 
TitoloI canti piú belli
EditoreDi Felice Editore
Anno2012 
Descrizione
Le poesie di Michael Donhauser non amano i toni retorici ed altisonanti, hanno il passo leggero, l’andatura calma e tranquilla e si muovono con scioltezza, senza vincoli sintattici troppo rigidi. Sono composizioni in cui la natura e il paesaggio si compenetrano con l’esperienza amorosa e in cui si descrivo-no o evocano cose semplici e grandi, come la felicità, il dolore, l’amore, l’ebbrezza o la perdita di tenerezza. La primavera con i profumi delle sue fioriture o l’autunno, carico di frutti maturi, accompagnano la tematica amorosa di segno per lo piú malinconico, ma vivificato dalle metafore della natura. L’amore termina con l’addio, mentre la natura abbandona l’idillio: nelle poetiche descrizioni di natura si rincorrono le parole che formano il vocabolario tipico della lingua di Donhauser, come oscillare, frusciare, sfiorare, l’ebbrezza, il profumo, il sambuco, la veccia…, ma il testo è anche disseminato di dissonanze rappresentate da oggetti e da nomi della civiltà industriale, come l’asfalto, i moderni capannoni o il maggese illuminato dalla luce al neon. C’è una felicità tattile nell’osservare le cose, nel circuirle, nello sfiorarle. Confessa il poeta: «Ed erano mani i miei occhi ed era il vedere uno sfiorare…». Infatti non solo gli occhi, la luce stessa ha mani per posarsi sulle cose: «e come mani si posarono le luci sulle / vie d’asfalto». Ci parlano della perdita dell’amore e, quindi, della felicità questi versi, eppure una consolazione li attraversa «perché la lingua ristabilisce la felicità nel momento che la inventa, a dispetto della perdita, con una risposta affermativa». È cosí che può sciogliersi un canto piú bello, come una trasognata aria d’opera, come il canto rasserenato di Orfeo, che, pur disperato, intona il suo «che farò senza Euridice…». 
Collana 
Consistenza54 p. 
Prezzo di copertina€ 7,00
DisponibilitàNormalmente disponibile in 10-15 giorni lavorativi.  

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