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Quann' uno aspett' a Dodò. Una tragicommedia in due atti. Testo napoletano a fronte: Anche se di traduzioni a stampa di "Godot" in napoletano non pare ce ne siano state sinora, c'era davvero bisogno di un ulteriore intervento traduttivo? La risposta Ã¨ assolutamente no e assolutamente sÃ¬. Assolutamente no, perchÃ© il testo ha raggiunto una diffusione talmente capillare da poter essere considerato ormai translinguistico e transculturale, in linea con la fisionomia culturale del suo autore. Assolutamente sÃ¬, perchÃ© Beckett ha coltivato e dato prova di una competenza transculturale che sollecita al confronto con un testo 'aperto' (cioÃ¨ le presupposizioni culturali sono ridotte all'osso) le potenzialitÃ di una lingua/dialetto come il napoletano, anch'esso virtualmente 'aperto' ma quasi sempre resosi disponibile, di fatto, a un repertorio per cosÃ¬ dire domestico, familiare, un repertorio da intra moenia che ha nondimeno attraversato confini e barriere culturali inimmaginabili per altre lingue/dialetti altrettanto domestici e familiari. Questa edizione di "Aspettando Godot ", con testo italiano a fronte, Ã¨ ispirata liberamente alle lingue di partenza delle edizioni francese, inglese e italiana, e nasce dal tentativo di verificare le potenzialitÃ espressive dei quattro personaggi della piÃ¨ce (Pozzo, Lucky, Estragone e Vladimiro, qui chiamati rispettivamente PopÃ³, LulÃ¹, GogÃ³ e DidÃ¬, mentre Godot diventa DodÃ³) e le trovate 'filosofiche' delle tre lingue di partenza in quelle del napoletano.