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Eccesso di potere giurisdizionale e dialogo tra Corti: Si pena poco a dire: al magistrato il giudizio, l'azione al ministro; ma il distinguere le sentenze delegate ai magistrati dagli atti amministrativi attribuiti ai ministri, il segnare i limiti nei quali le due AutoritÃ , amministrativa e giudiziaria, svolgono la loro indipendenza, senza urti, non Ã¨ riuscito cosÃ¬ piano quanto il distinguere la legge o la funzione del legislatore dalla sentenza, o dalla funzione del giudice, come anche del ministroÂ». Ed Ã¨ del pari noto che Â«perchÃ© non si possa abusare del potere, bisogna che, per la disposizione delle cose, il potere freni il potereÂ». Si tratta di parole antiche ma che, pronunciate oggi, risuonano senza tempo a riprova di quanto il rischio di un eccesso si annidi nel sistema stesso dell'attribuzione del potere. Il tema, Â«tra i piÃ¹ tormentati e controversi del diritto processuale amministrativoÂ» e oggetto da sempre di Â«lunghe discussioni dottrinaliÂ» - se ne occupÃ² anche il celebre studio elaborato nel 1929 dai presidenti D'Amelio e Santi Romano - sottende il problema del rapporto tra giurisdizioni che da sempre affatica gli interpreti, divisi tra sostenitori di una giurisdizione unica e fautori di una giurisdizione pluralista. Tale dibattito ha rappresentato il substrato culturale che ha dato vita all'art. 111 Cost.