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Descrizione del libro

La tematica dei cinque sensi diventa propedeutica per la comprensione della nostra storia, in quanto la loro rappresentazione puÃ² costituire un tramite per comprendere meglio le disposizioni morali che caratterizzano modalitÃ diverse di approccio al paziente e le loro evoluzioni nel corso del tempo. Si Ã¨ voluto riflettere a piÃ¹ voci sul possibile ruolo dei sensi come fondamento e base della cura e della pratica clinica stessa. Si Ã¨ cercato di comprendere quali intrecci e quali riflessi generano nell'arte della cura, lo sguardo, la vista, l'ascolto, le diverse forme del toccare e del contatto corporeo, il gusto e l'olfatto. Parlare dei sensi nella cura Ã¨ parlare della presenza sensibile e dell'indecifrabilitÃ dell'uomo, che si potrebbe anche considerare come un modo di pensare, in uno stile diverso, la stessa Â«condition humaineÂ». Qui sta la genesi della storia di questo libro, vale a dire, come un ritorno ai sensi puÃ² aprire nuove idee (anzi, questo Ã¨ troppo limitato al senso della vista!) a nuove percezioni per la riflessione e nuovi significati bioetici. Sembra spiacevole, infatti, che la bioetica di oggi sia una bioetica dei principi e una bioetica delle frontiere (sia ai margini della vita umana, ma anche rispetto alle nuove biotecnologie), piuttosto che una bioetica della vita. Parafrasando Serres, si potrebbe dire che la bioetica odierna Â«non ha il senso dell'olfatto, e niente gustoÂ». Da ciÃ² l'importanza per l'esercizio della pratica clinica, di una riflessione sui cinque sensi.